Il cibo che unisce. La malattia che spaventa. Un viaggio alla ricerca di se stessi per uscire dal proprio guscio fatto di solitudine, paura e insicurezza. I tre “pellegrini” sono una donna anziana che vive in un centro apposito per i malati di lebbra, un uomo che si è segregato a lavorare in un baracchino che sforna tutti i giorni dei tipici dolci e una ragazzina che vive con sua madre che più che essere una figura materna sembra essere solo una conoscente. I tre personaggi si incontrano in quello che dovrebbero essere un negozio ma piuttosto sembra assumere le sembianze di un piccolo sgabuzzino. Dalla loro unione ognuno riesce a librarsi, a superarsi, ad imparare a lasciarsi andare. Un film delicato e struggente. Può apparire forse troppo lungo per alcune scene ma lo spettatore non soffre dell’attesa. Recitazione buona. Sceneggiatura piena di dolcezza. Musiche aggraziate. Scenografie semplici ed emozionabili.
LE RICETTE DELLA SIGNORA TOKU

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